35° parallelo Doppio Linguaggio

Tettonica a zolle. Suona bene, no? Zolla africana. I piedi nell’acqua chiara, il sole del mattino in faccia, il sale sulla pelle, Eric Vroman stringe gli occhi nell’abbaglio di luce. Disteso sul materassino gonfiabile, Eric Vroman può definirsi un uomo felice. Volo low cost, pensione a buon prezzo, leggermente fuori stagione, una settimana all’estremo dell’Europa. Eric Vroman ascolta la risacca del mare sulla spiaggia. Pensa ad Amsterdam, lontana, nel vento del nord. Terra europea in zolla africana. Tettonica a zolle. Suona bene, no?

Il motore tossisce. Abdelhamid Souag si preoccupa: ne ha sentite tante di gente persa in questo mare. Ma ormai deve mancare poco. Il suo amico Aziza gli ha detto che da Sfax sono si è no tre, quattro ore di navigazione. Stringe gli occhi nell’abbaglio di luce. Appare una linea scura, come un miraggio.

Quasi un ronzio, trasmesso dall’acqua stessa. Eric Vroman solleva la testa. Niente. Il sole implacabile sopra, il mare sotto. Nessun pensiero, nessun fastidio. Perfetto così.

E’ la costa. Abdelhamid Souag adesso non si preoccupa più del motore che singulta. Allah grande e potente. Stringe gli occhi nell’abbaglio di luce: vede l’uomo disteso sul materassino, a pelo d’acqua, perso nel mare largo. Vira di colpo. L’ondata fa sobbalzare il materassino.

Eric Vroman apre gli occhi. Questo disgraziato gli è venuto addosso. Maledetto, non si può stare in pace nemmeno qui, sulla zolla africana.

Vous parlez française?, chiede Abdelhamid Souag.
I speak english, dice Eric Vroman.
Entrambi stringono gli occhi nell’abbaglio di luce.
This is north?, chiede stupito Abdelhamid Souag nel suo inglese zoppo.
It’s south, risponde stupito Eric Vroman.

Abdelhamid Souag fa un gesto con mano, l’uomo dalla pelle troppo chiara non capisce. Adesso deve buttare i documenti a mare, arrivare alla costa e aspettare di essere preso. Si fingerà algerino, come gli ha consigliato Aziza. Tempo quindici giorni, tra poliziotti e documenti, potrà prendere il treno per Amsterdam, dove c’è suo zio Djamel. L’uomo dalla pelle troppo chiara non capisce: questo è l’inizio del nord, la fine del sud.

Eric Vroman risale sul materassino. Lentamente nuota verso la costa. L’uomo dalla pelle troppo scura non capisce. Eric Vroman pensa che la prossima volta andrà in vacanza Tunisia o in Marocco o a Gerba. Gli piacciono questi posti: alla fine del nord, all’inizio del sud.

Il mare è lucido nell’abbaglio di luce.

Gaetano Savatteri